9 – Il Martirio cristiano: non si dà la vita per qualcosa che non ti cambia la Vita! 1/03/2021
“Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). E così è stato!
E così è, ormai, negli ultimi tempi, con una curva che tende sempre di più a salire, nella (quasi totale) indifferenza dei mass-media. Snoccioliamo dei numeri: in un anno sono stati 4.761 i fedeli uccisi, 4.277 quelli arrestati senza processo, 1.710 i rapiti. Il primo Paese in classifica a detenere questo primato è la Corea del Nord, seguita poi Afghanistan, Somalia, Libia e Pakistan. Di fronte a questa strage silenziosa, che difficilmente ottiene le prime pagine dei giornali, il dovere del cristiano è di denunciare e ribadire a gran voce il diritto a professare la propria fede cristiana e cattolica.
A pensarci bene chi sarebbe disposto a percorrere una strada lungo la quale inevitabilmente s’incontrano la persecuzione e il martirio? E, invece, l’Uomo che ha fatto la Storia riesce ancora a radunare milioni di discepoli. Il termine “martirio” significa “testimonianza” e, pertanto, è una possibilità insita nella vita di un cristiano. Ma perché il martirio esiste ancora oggi? Semplice: perché nel mondo sono sempre esistiti un Nerone o un Erode. Pertanto, chi non divinizza il potere temporale, ma riconosce e dichiara al di sopra di esso quello divino, fa paura, crea scompiglio. E se poi, oltre a non inginocchiarsi davanti agli uomini, si comincia anche a parlare alla coscienza, allora si diventa davvero insopportabili; i grilli parlanti non li vuole ascoltare nessuno, per questo è meglio eliminarli.
Benedetto XVI nel suo viaggio in Inghilterra in occasione della veglia di preghiera per la beatificazione del Cardinale John Henry Newman del 18 settembre 2010, tenutasi all’ Hide Park di Londra, ci ricordò che “non lontano da qui, a Tyburn, un gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede. Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia”.
Queste parole devono farci riflettere molto, perché mai come oggi essere cristiani diventa di un’importanza fondamentale, sia per un mondo occidentale sempre più secolarizzato, sia per un mondo orientale sempre più islamizzato. In Occidente la persecuzione si estrinseca attraverso l’essere ridotti al silenzio e all’inconsistenza sociale, in Oriente, invece, si è costretti a rinnegare la propria fede, sia per evitare di perdere i propri beni, sia per evitare di perdere la propria vita.
Certo, non si tratta di andare incontro alla persecuzione fisica o morale, perché sarebbe avventatezza, ma dobbiamo continuare a difendere la nostra scelta in ogni ambito, a maggior ragione qui, in Occidente, dove il rischio rappresenta più una censura sociale che fisica. A noi, quindi, spetta il compito di essere esempio, di rifiutare le logiche arrivistiche e di comportarci diversamente da come il mondo vorrebbe.
Ci vengano in soccorso San Pietro, San Paolo, Santo Stefano, Sant’Andrea, tutti martiri di quel Gesù per il Quale, forse, valeva donare davvero la Vita. E vale ancora!
Yuri Buono