I Cenacoli organizzati dalla Fondazione

I Cenacoli della Fondazione Maria Valtorta sono coordinati da un “Moderatore” che provvede a fissare un luogo ed un ora nel quale i membri del Cenacolo, e chi desidera partecipare ad essi, si ritrovano. La Fondazione Maria Valtorta indica un “Moderatore” o in alternativa sono gli stessi membri del Cenacolo ad eleggere il proprio “Moderatore” che manterrà i contatti con la Fondazione Maria Valtorta seguendone le indicazioni.

per info e contatti:
Lucia Martinucci

cenacoli@fondazionemariavaltorta.it
+39 327 2024858                     (chiamate e WhatsApp)

Cenacoli esistenti:

  • Amsterdam (Olanda): due martedì al mese alle ore 19,30
  • Bedonia (PR): un giovedì al mese alle ore 20,30
  • Carrara (MS): il mercoledì alle ore 21,15
  • Camaiore (LU): il primo venerdì del mese alle ore 21
  • Canevara (MS): il martedì alle ore 16
  • Fivizzano (MS): l’ultimo venerdì del mese alle ore 21
  • Ferrara: il mercoledì alle ore 21
  • Sestri Levante (GE): due mercoledì al mese alle ore 21
  • Siena: il primo venerdì del mese alle ore 15
  • Viareggio (LU): il primo venerdì del mese alle ore 18

I vari momenti di preghiera dei Cenacoli della Fondazione Maria Valtorta sono di seguito elencati:

  1. Inizio con l’invocazione allo Spirito Santo (con la sequenza Vieni Spirito Santo o con altra preghiera “simile”) – si recita all’unisono tutti insieme.
  2. Preghiera per il Papa (Pater, Ave, Gloria).
  3. Preghiera per la glorificazione della mistica Maria Valtorta e della sua Opera (può essere utile stamparne qualche copia e distribuirla ai presenti perché si possa recitare insieme, all’unisono. Se questo non è possibile, può recitarla solo il moderatore e alla fine tutti rispondono “Amen”).
  4. Preghiera con una corona del Santo Rosario
    1. È bene che sia guidato dal moderatore nelle preghiere comuni e nell’enunciazione dei “misteri” da contemplare.
    2. La guida delle decine (Pater, 10 Ave, Gloria) può invece essere affidata ai partecipanti, secondo quanto il moderatore riterrà più opportuno.
    3. I “misteri” da contemplare non sono quelli “del giorno” (Gaudiosi, Luminosi, Dolorosi o Gloriosi). È bene dare una breve spiegazione di ciò ai presenti, al primo incontro e ripetendola tutte le volte necessarie (ad esempio per la partecipazione di nuove persone). I misteri proposti dalla Chiesa sono un itinerario attraverso punti nodali della Storia della Salvezza, cioè della vita del Signore Gesù. Recitare il s. Rosario meditando questi misteri significa farsi accompagnare dalla Vergine Santa, pregandola perché ci guidi a contemplarli, cioè a contemplare, vedere, capire, vivere e gustare l’Amore di Gesù che ci ha salvati. Tutti possiamo facilmente capire quanto più profonda e ricca è ogni tappa di questa “storia”, che non avremo mai meditato abbastanza, perché è della stessa “dimensione” del mistero stesso di Dio, cioè infinito! Solo per fare un esempio: si dice “nel primo mistero gaudioso si contempla l’annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria”, ma qui c’è dentro tutta la purezza di Maria, la sua umiltà e la sua prudenza (quando chiede “in che modo avverrà”); tutta l’umiltà di Dio che si abbassa fino a “chiedere il permesso” ad una ragazza (Maria era veramente libera di dire di no!) e a scegliere di venire nel mondo non come uomo adulto, ma come bambino piccolissimo; tutta l’adorazione dovuta al mistero dell’Incarnazione. Quindi anche ogni mistero del Rosario, così come li conosciamo, potrebbe essere “spezzettato” e approfondito in 5 decine: è una modalità possibile che può essere utilizzata rimanendo pienamente nella preghiera cristiana.
    4. I “misteri” da contemplare al Cenacolo sono invece tratti dal capitolo de “L’Evangelo come mi è stato rivelato” sul quale verterà l’incontro.
      1. Tutto quanto riguarda Gesù è strumento di rivelazione Divina. Dio ha svelato tutto lo svelabile necessario per noi e la nostra salvezza in Gesù Cristo, e di conseguenza anche i granelli di sabbia che Lui ha calpestato in quel tempo sono fonte di rivelazione. Il dono che noi crediamo sia stato fatto a Maria Valtorta, cioè quello di “vedere” (ma lei insieme osservava, sentiva con l’udito, percepiva con gli altri sensi – anche caldo o umidità, per esempio) e riportare questa “storia” con tanti dettagli, è un grande aiuto per noi. Per questo usiamo i capitoli dell’”Evangelo” per contemplare e meditare. La funzione dei dettagli, dei particolari, è quella di renderci davvero presenti a quel momento, di farcelo vivere come un ricordo e non come un racconto (finto, mitologico, lontano..), ma di dare fondamento storico, per renderci conto che è successo veramente! I dettagli non devono mai alimentare la curiosità: è importante utilizzarli solo se e nella misura in cui ci avvicinano ad una conoscenza “in 3D, e non piatta” di Gesù; la nostra fede non dipende da essi (se Gesù aveva i capelli biondi o mori, non cambia il fatto che io creda in lui; però se so di che colore erano veramente, me lo figuro in modo più realistico, perché di un colore erano!). Possiamo fidarci della correttezza dei dettagli che Maria Valtorta vede, perché tutti quelli che sono stati studiati scientificamente si sono mostrati esatti: quelli degli usi e costumi del tempo, della geografia, ecc.; ma anche quelli teologici, che mai contraddicono la Dottrina della Chiesa, pur dovendoli leggere nella loro dimensione di “Rivelazione privata” (esempio: Gesù usa termini, come “cristiano”, che ovviamente non poteva avere usato al tempo, ma che Maria Valtorta – e noi! – possiamo capire benissimo!).
      2. Preferire, per la scelta dei brani da contemplare nelle 5 decine, le parti descrittive del capitolo: luoghi, gesti (e sguardi), parole. Si possono rileggere le parti scelte (questo le fa ricordare meglio ai partecipanti, anche se avrebbero dovuto averle già lette), oppure riassumerle, e aggiungere poi poche parole di approfondimento. Si consiglia di non addentrarsi troppo nella riflessione, in questo momento: la finalità è che i partecipanti si immergano nella scena, la vivano e la gustino; il commento verrà fatto dopo.
  5. Dopo il s. Rosario seguiranno le singole riflessioni personali dei membri del Cenacolo, che devono essere fatte con semplicità e senza tempi lunghi nell’esposizione.
    1. Si chiede ai partecipanti di avere già letto il capitolo de “L’Evangelo come mi è stato rivelato” sul quale verterà l’incontro. Questo, per dare modo ai partecipanti di averlo precedentemente meditato (e quindi di non improvvisare le riflessioni). Ovviamente è possibile che altre riflessioni siano suscitate dal s. Rosario stesso, e da quanto dicono gli altri partecipanti.
    2. È bene che i membri del Cenacolo abbiano la possibilità di consultare il testo (è consigliato il libro cartaceo, ma è possibile utilizzare anche supporti multimediali quali cellulare o tablet). La Fondazione Maria Valtorta si rende eventualmente disponibile a fornire al Cenacolo un certo numero di testi dell’Opera (per i quali si chiede di contribuire con un’offerta).
    3. Si può dare spazio – ma meglio se breve – anche alle “risposte” degli altri partecipanti, dopo che uno di essi ha parlato. È compito del moderatore anche riportare i commenti agli argomenti iniziali, se qualcuno tende ad andare eccessivamente fuori tema.
    4. Nel caso di riflessioni o domande per le quali vi sia incertezza o dubbia risposta, la Fondazione Maria Valtorta si rende disponibile a fornire una indicazione nel merito: il “Moderatore” del Cenacolo provvederà a contattare la Fondazione Maria Valtorta e la risposta verrà proposta ai membri nel successivo incontro del Cenacolo.
    5. L’Evangelo come mi è stato rivelato” non è un quinto Vangelo. L’Opera di Maria Valtorta ne è solo un’esplicitazione, una illustrazione; è uno strumento privilegiato per la conoscenza di Nostro Signore e un autorevole commento ai Santi Vangeli. È importante che tutti i partecipanti tengano ben presente questo punto fermo, e che il Moderatore vigili perché non siano usate espressioni contrarie a quanto insegna la Chiesa, magari erroneamente incoraggiate da un clima familiare e confidenziale (“tra di noi si possono dire queste cose”: no!).
    6. Il fine degli incontri di preghiera è cercare di conoscere Nostro Signore Gesù Cristo. Non è quindi uno strumento per dar prova di sé; non è mai una seduta psicoanalitica e neppure un luogo per fare nuove amicizie (anche se poi può succedere anche questo). A tutti i partecipanti è richiesta una predisposizione d’animo umile e serena, di accoglienza delle Grazie che il Signore si degnerà di elargire ai fedeli riuniti nel Suo Nome.
    7. Lo spirito che deve guidare le riflessioni è quello dell’appartenenza alla Chiesa Cattolica ed ogni interpretazione deve far riferimento alla dottrina della Chiesa, ed essere a servizio della Chiesa, così come anche Maria Valtorta ci ha testimoniato con la sua vita.
  6. Al termine dell’incontro si recita insieme un Gloria di ringraziamento e per il buon prosieguo delle attività della Fondazione Maria Valtorta e dei Cenacoli di preghiera. Se è presente un sacerdote, gli si chiede la benedizione.
  7. In chiusura il moderatore ricorda luogo, data e ora del successivo incontro.
  8. Ogni membro del Cenacolo si impegna a seguire le presenti linee guida.

È bene che ogni partecipante sia ufficialmente iscritto. È fondamentale che lo sia il moderatore.
La procedura è questa:

  1. il richiedente compila un modulo con i suoi dati, lo firma e lo recapita alla Fondazione:
    • personalmente o per posta, alla sede di Viareggio; oppure
    • per mail, a cenacoli@fondazionemariavaltorta.it (si può inviare una scansione, ma è importante che il modulo sia firmato).
  2. La Fondazione rilascia un tesserino nominale, firmato dal presidente stesso. A questo punto l’iscrizione è completata.

Per richiesta di informazioni e contatto, scrivere a

cenacoli@fondazionemariavaltorta.it

oppure utilizzare il modulo sottostante.