6 – Le radici del dogma dell’Immacolata Concezione 15/12/2020
Otto dicembre. Ricordate questa data perché la ritroveremo molte volte in questo racconto. Di certo tutti voi la collegherete al dogma che promulgò Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus”, ma tutto ciò ha radici molto più profonde. È probabile che in tempi antichi, la festa dell’Immacolata Concezione sia stata importata in Italia meridionale dai monaci bizantini. Nei secoli successivi si diffuse a tal punto che fu inserita nel calendario della Chiesa Universale da papa Alessandro VII con la bolla “Sollicitudo omnium ecclesiarum” dell’8 dicembre 1661. Ma una cosa era una semplice devozione ed altra cosa era invece riconoscere, con l’infallibilità della Chiesa, il dogma. Furono i moti rivoluzionari del 1848 a “mettere in moto” la macchina che portò al lieto evento. Il Papa, ormai in pericolo, fu ospitato a Napoli da Ferdinando II di Borbone. Da sempre, i reali borbonici erano legati a filo doppio con il Vaticano, altra “colpa” che avrebbero dovuto pagare e quindi non solo erano invisi alle altre potenze europee per lo sbocco sul Mediterraneo, ma anche per il lealismo nei confronti del Papa. Addirittura l’8 dicembre 1816, quindi ben prima dell’istituzione del dogma, nacque il Regno delle Due Sicilie, originatosi dalla fusione tra Regno di Napoli e Regno di Sicilia, e fu scelta come Patrona della Patria Napolitana, proprio l’Immacolata.
Pio IX, pertanto, in quegli anni di soggiorno napoletano, poté capire quanto fosse forte il sentimento che legava il popolo meridionale al culto dell’Immacolata e dopo aver pregato e riflettuto decise finalmente di riconoscerne il dogma. Era l’8 dicembre 1854. Tre anni dopo, il Re Ferdinando II, come atto di ringraziamento decise di donare allo Stato Pontificio la colonna dell’Immacolata Concezione che si trova a Piazza di Spagna (o meglio, nelle sue adiacenze, in Piazza Mignanelli) e dove ancora oggi si depone la famosa corona di fiori. Ebbene, un obelisco dedicato all’Immacolata Concezione, era già presente a Napoli, in Piazza del Gesù, da ben cento anni prima e precisamente dal 1750, a dimostrazione di quanto tale dogma fosse già sentito, ben prima della sua promulgazione. Ma c’è ancora un altro 8 dicembre da ricordare, perché nello stesso giorno ma dell’anno 1860, Francesco II promulgò il suo proclama di difesa, che concluse con le seguenti parole: “Preghiamo il sommo Iddio e la invitta Immacolata protettrice speciale del nostro paese, onde si degnino sostener la nostra causa”.
E arriviamo a oggi: proprio pochi giorni dopo l’8 dicembre 2020, il Cardinale Crescenzio Sepe ha annunciato l’apertura del processo di beatificazione per Francesco II, l’ultimo Re del Regno delle Due Sicilie, che come primo atto dovrebbe riconoscere la sua “santità di vita” e dichiararlo Servo di Dio.
Chissà, se in tutto questo non ci sia davvero la mano di quell’Immacolata Concezione alla Quale Sua madre, la Beata Maria Cristina, fu consacrata fin da piccola; certamente anch’egli fu arricchito nella vita spirituale dalla devozione per l’Immacolata. Ne è prova il suo legame con il Rosario quotidiano che non ha mai smesso di recitare, fino all’ultimo giorno della sua vita, inginocchiato al quarto banco della bella Collegiata di Arco di Trento, a lato dell’altare del Santissimo Sacramento, con semplicità e umiltà, accanto agli umili contadini.
Yuri Buono