Padre Corrado M. Berti, 1911-1980


Nato a Firenze il 17 marzo 1911, entrato a 15 anni nell’Ordine, iniziò il Noviziato a Monte Senario il 17 luglio 1927. Il 19 luglio del 1928 fece la Professione semplice.

Compì gli studi filosofici e teologici a Roma, dove, il 26 marzo 1932 fece la Professione solenne e il 22 settembre 1934 fu ordinato sacerdote. Nel 1931, presso Propaganda Fide, aveva conseguito il dottorato in filosofia. Inviato a Lovanio, vi si laureò in teologia nel 1939.

Se questo fu il suo curriculum studi, tutt’altro che banale, il suo operato da Servo di Maria è stato altrettanto importante. La biografia stilata dal suo Ordina ricorda che insegnò, al Marianum, teologia sacramentaria, annotando anche: “Le sue fitte dispense erano ricche antologie di testi del Magistero, dei Padri e della Liturgia”

Noi però lo ricordiamo accanto a Maria Valtorta e ai lunghi lavori di collazione sui quaderni e le note agli scritti di Maria Valtorta. Degne di nota sono le splendide e accademiche note al “Libro di Azaria”. Oggi purtroppo è stato fatto dimenticare. A 49 anni della morte nulla della sua numerosa corrispondenza con la Scrittrice è stato pubblicato. Neppure i resoconti, promemoria, conferenze, incontri. Niente. La rottura con il titolare della tipografia editrice degli scritti valtortiani a fatto si che tutti i suoi contributi venissero dimenticati. Per trovare qualcosa dei suoi faticosi lavori sull’Opera Valtortiana, bisogna risalire alle prime edizioni. Anche se la sua eccessiva sensibilità verso la medianicità lo ha portato a gravi errori e ingenuità, non può essere dimenticato il suo apporto agli scritti di Maria Valtorta. La mancanza del suo archivio e l’omessa pubblicazione del suo epistolario con Maria Valtorta, ha finito per nascondere molti particolari della vita e degli scritti di lei.

La storia con Maria Valtorta iniziò così: “Lunedì alle 16 è venuto P. Berti. Si suonino le campane. Io finivo allora di mangiare e mi apprestavo a sdraiarmi sfinita da una crisi durata 4 ore… Impressione? Ottima. Giovane: 36 anni, umile pur essendo sapiente, e pio, e schietto. Non ha negato le colpe e le responsabilità né del Generale né di altri. Ho messo ben fermo il mio pensiero dandogli il promemoria di quel foglietto che ho già mandato a Lei, e glielo ho anche illustrato.” (Lettere a Madre Teresa Maria 1, p. 280).

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