2 – Tutto il mondo come se fosse una sola città
Il 14 maggio 1929 il duce del fascismo pronunciava alla Camera dei deputati parole ancora dure nei confronti del cristianesimo: Questa religione è nata nella Palestina, ma è divenuta cattolica a Roma. Se fosse rimasta nella Palestina, molto probabilmente sarebbe rimasta una delle tante sette che fiorivano in quell’ambiente arroventato, come ad esempio quella degli Esseni e dei Terapeuti, e molto probabilmente si sarebbe spenta senza lasciare traccia di sé. In realtà la frase sprezzante dell’allora ateo Mussolini non sono né false né calunniose: il cristianesimo deve la sua forza universale al fatto di essersi trapiantato a Roma. Così ha voluto la Provvidenza, che dal cuore del mondo il cristianesimo si diffondesse fino ai confini estremi della terra. L’impero universale costruito dalla Roma pagana, portatore del diritto (unicuique suum), si sublima dunque nella Roma che riceve il battesimo, scelta da Pietro come faro per irradiare la luce del Vangelo e l’amore cristiano in Europa e nel mondo. E nella persona del principe degli apostoli Gesù è presente a Roma per essere di nuovo crocifisso, perchè il legno della croce diventi albero di speranza per tutti. Ma Pietro, che scrive la sua lettera da Roma, che chiama (in via precauzionale con nome cifrato) Babilonia come capitale dell’impero idolatrico per eccellenza (quella storica fu distrutta da Ciro di Persia), dimostra di conoscere anche il volto violento e persecutorio dei Romani che solitudinem faciunt, pacem appellant, come dirà Tacito.La Roma cristiana dovrà ereditarne solo l’istanza universalistica, portando a compimento i suoi valori più nobili. La Chiesa non dovrà mai identificarsi con una sola nazione, cultura, Stato, l’annuncio cristiano è cattolico, cioè universale (non c’è più giudeo, o greco, circoncisione o incirconcisione, barbaro o scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti). E dove realizzare questa missione se non a Roma, di cui lo storico greco Diodoro Siculo aveva detto: tutto il mondo come se fosse una sola città? A Roma tutto è a disposizione di tutti, dirà il retore greco Elio Aristide: Nessuno è straniero in nessun posto.Ma l’unità deve essere il segno caratteristico anche della Chiesa, come spiega sant’Ireneo, che nel II secolo ribadisce la cattolicità di Roma: Con questa Chiesa, a causa della sua più alta preminenza, deve accordarsi ogni altra Chiesa, poiché in essa si è conservata la fede apostolica. Infattitestimonia che le chiese fondate in Germania professano la stessa fede di quelle in Spagna, tra i Celti o in Egitto.Ma per papa Leone Magno i due apostoli fondatori della Roma cristiana, Pietro e Paolo (i tuoi santi padri, i tuoi veri pastori), superano di gran lunga Romolo e Remo (coloro che si adoperarono per gettare le prime fondamenta delle tue mura): dal fratricidio originale al dare la vita per i propri fratelli!