Suor Benigna Consolata Ferrero (1885-1916)


Suor Maria Consolata Ferrero è citata più volte da Maria Valtorta e da queste frasi possiamo capirne l’importanza nella sua vita

L’Autobiografia scrive: “Di poi ho trovato questa santa dottrina negli scritti del Beato Claudio de la Colombière e soprattutto in quelli di Suor Benigna Consolata Ferrero, che altro non sono che dettati di Gesù”. (p. 196)

“La fame ardentissima che ho di salvare le anime mi spinge a cercarmi delle vittime che associo alla mia opera d’amore”, aveva detto Gesù a Suor Benigna Consolata Ferrero. Io allora non conoscevo ancora questa Suora. Ma il bisogno di offrirmi anche alla Giustizia, come m’ero offerta all’Amore, mi urgeva nel cuore. Per puro caso venni a conoscenza di questa piccola Segretaria di Gesù. Era un po’ di tempo che diverse persone, consacrate o meno, mi dicevano se avevo preso i miei pensieri negli scritti di lei, perché i pensieri erano uguali. Non sapevo neppure che fosse vissuta Suor Benigna! Mi venne desiderio di conoscerla. E Gesù, sempre cortese, mi fece trovare la via. Mi venne fra le mani una pagellina di lei. Avevo il filo conduttore. Scrissi alla Visitazione di Como per avere tutte le opere della Serva di Dio”. (p. 256)

“Prima che Gesù facesse di me il suo strumento mi facevo da me le mie meditazioni, così come il mio cuore me le suggeriva. Senza testi né canovacci, sui Vangeli o sulla vita di S. Teresina e Suor B. Consolata Ferrero, per lo più”. (p. 407)

Maria Consolata Ferrero nasce a Torino il 6 agosto 1885 in un ambiente profondamente cristiano e trascorre una fanciullezza serena. Terminate le scuole, come era consuetudine allora, si dedica tutta alla famiglia coltivando sempre più la vita interiore, sotto la direzione del Canonico Luigi Boccardo (1861 – 1936), un santo e autorevole sacerdote torinese, ora riconosciuto Beato dalla Chiesa, che fu la sua guida spirituale fino all’entrata in Monastero.

Purificata da prove personali e familiari che temprano il suo carattere e la arricchiscono di virtù, Maria Consolata arriva al Monastero di Como il 30 dicembre 1907. Comincia così una nuova vita, all’esterno tutta comune, come quella delle sue Sorelle, in totale semplicità, umiltà, obbedienza e raccoglimento, secondo gli insegnamenti dei Fondatori dell’Ordine della Visitazione, S. Francesco di Sales e S. Giovanna Francesca di Chantal, ma segnata all’interno da un crescendo di intimità e donazione al Signore.

Tappe importanti di questo cammino sono sicuramente la Vestizione, il 5 novembre 1908, alla quale riceve il nome di suor Benigna Consolata, la Professione dei voti temporanei, il 23 novembre 1909, e la Professione solenne, il 28 novembre 1912. La grazia intanto la spinge sempre più in alto. Questa intensità di rapporto con il Signore e, a quanto sembra, un certo numero di grazie particolari che accompagnano il cammino spirituale richiedono consigli e direzione non comune. Se ne incarica lo stesso Vescovo di Como, Mons. Alfonso Archi (1864 – 1938), che rassicura la Madre, chiedendole “di lasciare a suor Benigna Consolata un po’ di tempo per scrivere e di esercitarla nell’umiltà”.

Gli ultimi due anni di vita sono forse i più intensi: dal 1913 fino alla morte suor Benigna Consolata può godere anche della guida sicura della nuova Superiora, Madre Giuseppina Antonietta Scazziga (1862 – 1940). A lei può aprire interamente e filialmente l’anima, sentendosi subito compresa. In questo periodo gli scritti diventano ancora più abbondanti, in un crescendo di confidenza e di abbandono totale all’Amore misericordioso, che giunge fino all’offerta del sacrificio della vita, compiuta, con il consenso dei Superiori, il 4 luglio 1915, per la cessazione della I Guerra mondiale. La “Voce” stessa più volte le ripete che la sua vita sta per volgere al termine e di “scrivere più che può”, non per sé ma per le anime, facendosi “Apostola dell’Amore”, e suor Benigna è come consumata dal desiderio di vivere e comunicare quel mistero che illumina e feconda tutta la sua vita, quello della Misericordia divina.

Nel mese di luglio 1916, dopo 12 giorni di intenso e fecondo ritiro spirituale, chiestole da Gesù stesso in preparazione alla morte, suor Benigna comincia a deperire; nei primi di agosto si manifesta una polmonite ed è costretta a ritirarsi all’Infermeria; dopo un’ultima, dolorosa prova interiore serenamente muore il 1 settembre, primo venerdì del mese, verso le tre del pomeriggio.

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