La Bienheureuse Thérèse de l’Enfant-Jésus Office Céntral de la Bse Thérèse, Imprimerie St-Paul, Bar-Ie-Duc, 1923.
Il testo letto da Maria Valtorta fu la versione in francese (dalla mamma Iside, insegnante di francese, imparò questa lingua e la usò). Questa è della stessa edizione di quella posseduta da Maria Valtorta. Padre Berti, grande testimone della vita di lei, ricorda le sue sottolineature.
“Nell’Archivio valtortiano di Viareggio si conserva il volume intitolato: La Bienheureuse Thérèse de l’Enfant-Jésus, Bar-Ie-Duc, 1923, di cui la Scrittrice si è servita, e che secondo il suo uso ha sottolineato e annotato, specialmente dove si tratta di amore, offerta, immolazione, sofferenza ecc. Nell’ultima pagina, in parte attaccata alla copertina stessa, a matita ha segnato i seguenti numeri di rinvio alle pagine che forse più le interessavano. Li trascriviamo qui, anche perché sono ormai quasi illeggibili: 145, 146, 147, 188, 205, 210, 217, 218, 219, 220, 221, 236, 237, 243, 245, 246, 255, 264. 280, 281, 282, 288, 298, 224, 318, 321, 345, 367, 398, 415, 425. In queste nostre note, rinvieremo sempre alla suddetta edizione. — La frase che ora ci interessa si trova in: Histoire d’une àme, cap. 12, p. 224. — S. Teresa del Bambin Gesù (n. 1873, m. 1897, Carmelitana) ha influito sulla spiritualità di Ma¬ria Valtorta specialmente per quanto concerne l’amore di Dio e del prossimo, la fiducia e l’abbandono in Dio, l’offerta di vittima all’Amore misericordioso, ecc. ; ma, forse anche sotto l’influsso della Serva di Dio Suor Benigna-Consolata Ferrerò (cfr. pag. 206 nota 111), Maria non ha avuto paura di consacrarsi vittima alla Giustizia di Dio, allo scopo di riparare per i peccati e di salvare il mondo; e, a tal fine, ha chiesto a Gesù di renderla partecipe di tutte le sue sofferenze, sino alle più intime e desolanti angoscie. Cfr. pag. 91 nota 42”. (Autobiografia, prima edizione, p. 237, nota 1.
Ecco qui la p. 145 del testo in francese
Il primo capoverso è quello che ha sottolineato Maria Valtorta. Alla luce di quanto gli è accaduto è abbastanza ovvio. Una traduzione possibile è la seguente:
“Ora non ho più alcun desiderio, se non quello di amare follemente Gesù! Sì, è solo l’AMORE che mi attrae. Non desidero più la sofferenza o la morte, eppure li amo entrambi! Per molto tempo li ho chiamati messaggeri di gioia … Possedevo la sofferenza e credevo di toccare la riva del paradiso! Fin dalla più tenera giovinezza credevo che il fiorellino sarebbe stato colto in primavera; oggi è solo l’abbandono che mi guida, non ho altra bussola. Non so più chiedere ardentemente nulla, tranne il perfetto compimento della volontà di Dio per la mia anima. Posso dire queste parole del cantico del nostro Padre San Giovanni della Croce”.
Questa è la pagina 425 segnata da Maria Valtorta. Il che vuol dire che rappresenta il suo stesso sentire. È una poesia. Una traduzione è questa
“E se ci sarà chi ti dica che le sue opere non si vedono, potrai rispondergli: Molto amo, ecco il mio lavoro quaggiù”.
“Gesù intreccerà la sua corona, se tu non vorrai che il suo amorfe ti farà un giorno regnare, se gli abbandoni il cuore”.
“Dopo la notte di questa vita vedrai il dolce suo sguardo; e l’anima rapita volerà presto lassù”.
Traduzione di Carlo Bertocchi, in: S. Teresa di Gesù Bambino, Gli Scritti, Postulazione Generale dei Carmelitani Scalzi, Roma 1970, p. 821.