In memoria di Francesco Vittorio Penati

Consigliere della Fondazione Maria Valtorta onlus

Ho celebrato molti funerali nella mia vita di sacerdote e di parroco. Spesso ho dovuto ricordare che piangere un amore spezzato dalla morte non è un fatto cattivo, anzi è esattamente quello che bisogna fare. Gli uomini fanno così, altrimenti l’unico significato possibile è che l’amore non c’era. Non ha importanza se era amore filiale, sponsale o amicale; se era vero amore, l’uomo, di fronte alla morte, non può che piangere.

Ora non lo dico agli altri, lo devo dire a me stesso. Io piango Francesco.
Don Ernesto piange.
Piange la perdita di un amico, e quale amico!

In ginocchio ringrazio il Buon Dio per avermelo fatto conoscere e per il dono dell’amicizia e della stima da lui. Francesco è stato un vero amico fraterno, e se Maria Valtorta è stata il mezzo per questa profonda amicizia, ringrazio anche lei per la sua intercessione a questo dono.
Non è mio compito raccontare il percorso di Francesco in questo mondo, o di mettere in evidenza i molti aspetti dei suoi 70anni di vita. Io ricordo solo un amico che porterò perennemente con me.

Per Gesù e la Vergine Maria, servendoci della Persona e dell’Opera di Maria Valtorta, abbiamo combattuto molte battaglie insieme, nel fango delle trincee della vita. E ne stavamo combattendo altre ancora, nella prospettiva ideale di future battaglie ancora più severe a cui non volevamo né potevamo sottrarci mai. Spalla a spalla, contro ogni sorta di difficoltà, abbiamo camminato insieme legati dal medesimo fine: dar gloria a Gesù e alla Sua Chiesa per mezzo di Maria Valtorta. Nessun altro scopo: non il denaro, non la vanità, non l’interesse, non la gloria umana; pronti a rimetterci la faccia se fosse servito. Abbiamo fatto lunghe “cavalcate” insieme, giorno e notte, freddo e caldo, secco o pioggia, pur di parlare di Maria Valtorta e della sua Opera, ma il fine era solo Lui: Gesù. Annunciarlo e viverlo come sapevamo. Ci bastava un panino mangiato in fretta, e lunghe ore di automobile aiutandoci a vincere anche il sonno con lunghissimi dialoghi. Sempre lieti di incontrare poi amici vecchi e nuovi. E poi fare sogni e progetti insieme, per far conosce di più e meglio Gesù e la sua sposa crocifissa Maria Valtorta. Sempre “in grande”, per contrastare la mediocrità, prima di tutto in noi stessi, e così essere meno indegni del compito grande che ci è stato indegnamente affidato.

Che sfilza di ricordi mi passano nella mente… Esercizi Spirituali Ignaziani che ha servito da fratello, conferenze, convegni, incontri, e impegni senza numero.
Ora lui, Francesco, è giunto nella patria.
Amico, hai combattuto la buona battaglia. Hai conservato la fede. Hai dato testimonianza di Lui come hai saputo e potuto.

Ora Francesco può riposare tranquillo con gli altri amici che ha incontrato e servito in questo mondo e che lo hanno preceduto in Cielo: don Giussani e gli altri amici di Comunione e Liberazione, la sua vera prima patria, e Maria Valtorta, che ha servito silenziosamente quale sua seconda patria.
Don Ernesto ti ringrazia con tutto il suo essere.

Grazie amico.
Arrivederci, quando Dio vorrà, nella Sua casa.
E come spesso mi hai scritto tante volte tu: “Ciao Amico”!