Il Quinto Evangelo
di Giacomo Biffi cardinale della Chiesa Cattolica, ESD, Bologna

Maria Valtorta non centra proprio. Questo è il Card. Giacomo Biffi allora Cardinale di Bologna, che in anni ormai un po’ lontani (1994, ma questa edizione è recentissima) prende in giro gli eminenti esegeti e teologi dei Vangeli. Con il sorriso sulle labbra, ma in realtà con una critica distruggente e annientante, immagine una nuova scoperta archeologica sulla falsa riga di Qunram. “In principio c’è il commendator Giovanni Migliavacca, Migliavacca commendator Giovanni, come ha impavidamente stampato sui suoi biglietti da visita”. E dopo essersi dilungato con le sue qualità umane di imprenditore e tifoso dell’Inter racconta: “Una sera mi viene in albergo con un involucro misterioso pieno di carte sbrindellate. ‘Tieni, questa è roba per te che hai studiato il latino. Ho capito subito io che sono stracci del ‘tempo di Carlo Codiga’ o almeno dei ‘Lombardi alla prima crociata’”. E dopo un po’ annuncia: “Ed ecco che quasi per miracolo il collegamento mi veniva offerto dalle cartacce raccolte chissà dove dal commendator Migliavacca Giovanni. Ognuno di quei frammenti sembrava costituire la prova finora mancante alla genuinità biblica delle nuove dottrine. Tutto mi diventava chiaro”. Ed ecco un esempio di questo straordinario ritrovamento. Così Mt 2,11 “Prostratisi lo adorarono. Poi aperti i loro scrigni gli offrirono in dono oro incenso e mirra”, nel nuovo manoscritto rivela che in realtà Matteo scrisse: “Prostratisi, lo adorarono. poi aperti i loro scrigni, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Ma disse Giuseppe: L’oro non lo possiamo accettare, perché è segno di ricchezza e contamina chi lo dà e chi lo riceve”. Ma si può continuare a sorridere con questo realistico libretto leggendo anche quest’altra variante dedicata evidentemente agli eruditi da strapazzo. “Mt 11,25: “Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai dotti e ai furbi e le hai rivelate ai piccoli”. La nuova scoperta scrive: “Ti ringrazio o Padre perché hai voluto rivelare misteri del Regno ai dotti e agli intelligenti, che così li potranno spiegare ai semplici”. Il testo si allunga per circa 95 pagine ed è un vero suggerimento.

Ai lettori e studiosi degli scritti Valtortiani lo proponiamo per una sosta in quest’oasi sorridente di un mondo sempre più arido di umanità e ancor di più di vita spirituale vera.