La svolta del 2012
Poi, d’un tratto, nel marzo 2012, tutto è cambiato. Un ingegnere francese, da poco in pensione, pubblica in Francia “L’Énigme Valtorta“, con un sottotitolo provocatorio: «Une vie de Jésus romancée?»
E quello che molti avevano intuito, ma che erano altresì incapaci di provare, finalmente vede la luce. Cos’è successo? La moglie di Jean-François Lavère quasi costringe il marito ad ascoltarla intanto che, a letto, legge a voce alta la versione francese dell’Evangelo di Maria Valtorta.
Sulle prime l’ingegnere si mostra un po’ tra l’annoiato e l’infastidito, ma poi è attratto da alcuni particolari apparentemente secondari: il nome dei luoghi, i fiori e le piante, la posizione del sole, della luna ecc., che l’autrice testardamente continua a citare senza neppure rendersene tanto conto.
A un certo punto decide di verificare la validità storica, geografica e astronomica di questi dati. Sono coerenti o sono messi a casaccio, senza logica e quasi casuali? Intanto scopre che un altro francese, Jean Auligner, seguendo gli scritti di Maria Valtorta e verificando le sue indicazioni astronomiche, è riuscito a descrivere giorno per giorno la vita di Gesù, senza mai cadere in errore. L’ingegner Lavère comincia le sue analisi. Così scopre, e fa scoprire ai suoi lettori, qualcosa di sorprendente e assolutamente inaspettato.
Maria Valtorta non sbaglia mai i nomi di luoghi, dati geografici e astronomici e coltivazioni; perfino circa 200 sui 705 nomi delle persone citate sono rintracciabili storicamente. In altre parole, come una fotografo con il suo strumento riprende la realtà senza inventare nulla, così Maria Valtorta. Esattamente come il fotografo Giuseppe Felice Pia, che scattò la prima foto alla Sindone di Torino, scoprì che il negativo dava la visione precisa e dettagliata del corpo su cui era stata avvolta, così gli scritti valtortiani indicano dati sorprendenti e coerenti in tutto. Come più volte ha scritto, lei racconta, secondo il suo stile, solo ciò che vede, ascolta, osserva e percepisce e niente più.