All’inizio ci fu Jean Aulagnier, ma non fu ascoltato

Il beato Padre Gabriele Allegra dei francescani scrisse nel 1970 alcune pagine in cui affermava come Maria Valtorta non sbagliasse nei sui numerosi testi.

Aulagnier arrivò 24 anni dopo. Questo libro in francese infatti è stato pubblicato nel 1994. Due anni prima questo stesso autore aveva edito, sempre in francese: “Maria Valtorta, qui es-tu?”, dove rispondeva alle domande fondamentali che un qualunque lettore dell’allora “Poema dell’Uomo Dio si poneva. Ora con questo altro libro tentava di stracciare la pesante coltre che relegava nel buio devozionismo, Maria Valtorta e i suoi scritti.

Così Aulagnier descrive la sua fatica: “Ecco perché un’opera come quella che ho fatto, per attuare questa ricostruzione [il calendario giorno per giorno del vangelo], non era solo impensabile, ma impossibile prima.
In termini concreti, ho iniziato sottolineando in ogni scena i dettagli per collocarla in relazione agli altri, nel tempo e nello spazio: cose semplici come ‘la veglia’, o ‘cinque giorni dopo’ o ‘il prossimo sabato’ o “nello stesso luogo’ o nomi di luogo, o promemoria di scene precedenti, come ‘la tempesta del giorno prima’ evocato in una scena precedente ecc.
Questo mi ha portato, in primo luogo, a fare montaggi di molte piccole “catene d’immagini”, sequenze di poche scene ciascuna e riguardanti periodi, ancora mobili, di pochi giorni. Poi, usando i dettagli del sabato di alcune di queste scene, conoscendo le distanze e i tempi di percorrenza necessari per attraversarle, […] sapendo che Gesù e il suo popolo, come la maggior parte degli ebrei, rispettavano le fermate sabbatiche, tranne che in caso di emergenza, sono stato in grado di specificare la la maggior parte di queste brevi sequenze in relazione ai giorni della settimana. Questo mi ha permesso, prolungando il mio lavoro, di incatenare molte settimane tra di loro, e quindi di avere sequenze già più importanti.
Mi sono poi concentrato su dati di calendario, o climatici, o astronomici, come ‘il secondo quarto della luna di ziv’ o ‘in quel freddo giorno di dicembre’ o ‘sotto questo sole di aprile’ o ‘all’inizio di primavera’, ecc., espresso in termini attuali o antichi riferendosi ai mesi ebraici. Questi dati mi hanno permesso di impostare dei parametri di riferimento in relazione ai quali sono stato in grado di iniziare a collocare le sequenze in un quadro mensile più ampio.
Grazie alle numerose descrizioni lunari dei testi, sono stato finalmente in grado di definire questo quadro più ampio. Mi è bastato verificare se, e come, il tutto sia stato ‘posizionato’ in modo preciso e coerente, in funzione delle molteplici celebrazioni evocate dalle visioni (Pasqua, Pentecoste, Tabernacoli, Dedicazione); le complesse corrispondenze dei calendari ha richiesto solo molta attenzione, che si tratti dei calendari solari (Giuliano e Gregoriano) o dei calendari ebraici, antichi e attuali, e dall’altro nei rapporti di quest’ultimo con le fasi lunari. Poi di nuovo, come l’ho detto prima, l’ordinamento dell’insieme si è rivelato perfetto e la mia ricerca positiva. Infatti, è così normale che un testo che rivela una realtà storica passata sia punteggiato da piccoli particolari di quest’ultimo; mi sembra di conseguenza impossibile che si possano inventare dettagli, su migliaia di pagine, perfettamente in linea con un calendario NON ANCORA DECODIFICATO al momento della loro scrittura. Così è lì, per me, il palpabile segno di san Tommaso, esattamente come lo cercavo, il carattere di autentica rivelazione delle visioni di Maria. […]
Con questo in mente, le pagine seguenti [le datazioni degli avvenimenti del vangelo] ritornano alla loro dimensione […] quella di una guida destinata a segnare il cammino che Gesù e la Santa Famiglia fecero per compiere la loro missione divina”.

Aulagnier ricostruì il calendario della vita di Gesù secondo gli scritti di Maria Valtorta. Capì la straordinaria coerenza impossibile a una persona; si accorse delle grandi meraviglie di cui era portatrice. Non andò oltre, ma lasciò un segno grande forse attendendo qualcuno che lo seguisse negli studi.

Ma nessuno capì e così, a quel tempo, anche il suo lavoro non approdò a nulla.