Falsificare il pensiero e gli scritti di Maria Valtorta – Dedicato a Emilio Pisani

Ci sono tanti modi di falsificare ciò che Maria Valtorta ha scritto con agonizzante fatica. Dal 12 ottobre 1961, giorno della sua entrata in paradiso (mio personale giudizio ovviamente), molti e in varia maniera si sono opposti ai suoi scritti e a lei, con insulti, con errate convinzioni, con pregiudizi, con presunzione e saccenteria, con supponenza, con ignoranza dei testi e molto altro. Più Maria Valtorta è conosciuta e più questo può accadere, anzi è ovvio che accada.
Che dire di chi falsifica gli scritti di Maria Valtorta per sostenere le proprie sbagliate e ingannatrici tesi? È un falsificatore esattamente come coloro, per esempio, che spacciano moneta falsa. Falsificare è definito come: «1- Imitare più o meno esattamente per scopi dolosi o illeciti, contraffare: falsificare una firma; falsificare banconote; falsificare un quadro. 2 – Manipolare a danno della verità, travisare: falsificare una notizia».
Un testo di Maria Valtorta come quello che segue deve essere capito bene e nel suo senso ovvio e vero: «Nessuno si permetta mai di camuffare da “scientifica” l’opera che Io ti ho data. La scienza, in questo caso, non potrebbe essere spiegata che come fenomeno medianico, ossia demonico. Tu sai come giudico ogni manifestazione di forze oscure, ossia medianiche. È detto nell’immutabile Legge divina, Lv20,6 che Io ho confermata, che rivolgersi a maghi, consultare indovini è contaminarsi, e chi lo farà fornicando con essi vedrà rivolgersi da lui la faccia di Dio e sarà sterminato da mezzo al popolo di Dio, ossia dei santi. Questo abbiano presente tutti». (Maria Valtorta, Quadernetti, CEV, Isola del Liri (FR) 20153, p. 184.
Cosa vuol dire Gesù? Questo:
Nessuno scambi l’opera che ha dato Lui a Maria Valtorta, per un’opera di cosiddetta scienza medianica. Cioè spiritista.
Ora, Maria Valtorta nelle sue lettere a Madre Teresa Maria (Volume 2 pp. 179-180) aveva scritto in una di queste senza data, ma supponibile dell’inizio 1949, la stessa cosa:
«E ciò che aumenta la mia sofferenza per l’ingiusto decreto, è la quasi certezza, basata su prove di fatto che ho in mano, che, in combutta fra laici e S[ant]. U[ffitio]. ecc, siano gli stessi padri, i quali hanno sempre mirato a pubblicare l ’opera senza approvazione, e come «opera umana»; anzi ora la volevano dire «scientifica» ossia, dato lo stile di essa: «medianica», recandomi lo sfregio, oltre che umano: spirituale, di farmi passare per una spiritista che medianicamente (satanicamente perché per me ogni cosa medianica o spiritica, che dir si voglia, è satanica) ha visto e sentito quanto ho descritto e scritto nell’opera». Maria Valtorta afferma che i padri Servi di Maria chiamavano «scientifica» ciò che invece è medianica, spiritista. Dicendo in questo modo che la scienza le andava bene mentre la medianicità era diabolica, da rifiutarsi a priori. Il pensiero e l’atteggiamento di lei è dunque esattamente quello di Gesù.
Gesù quindi non se la prende con la scienza galileiana, quella che usiamo tutti i giorni, ma con chi chiama scientifica di scienza medianica, cioè spiritista, cioè demoniaca, l’Opera Valtortiana. D’altra parte Gesù si guarda bene dal condannare la scienza. Il 22 agosto 1943 detta: «Io non condanno la Scienza. Ho anzi piacere che l’uomo approfondisca col sapere le cognizioni che è andato accumulando, per potere sempre più comprendere ed ammirare Me nelle mie opere. Vi ho dato l’intelligenza per questo. Ma dovete usarla per vedere Dio nella legge dell’astro, nella formazione del fiore, nel concepimento dell’essere, e non usare l’intelligenza per violentare la vita o negare il Creatore». E sempre lo stesso giorno, la distingue da quella soprannaturale che però non ha niente a che vedere con la medianica. «Cercate la vera Sapienza e comprenderete la Scienza come va compresa. Sgombrate le vostre anime da tutte le artificiose soprastrutture e innalzatevi la vera Fede. Come guglie di una cattedrale spirituale fioriranno su di esse Scienza, Sapienza, Intelletto e Fortezza e Umiltà e Continenza, perché il vero sapiente sa non solo lo scibile umano, ma sa la più difficile delle cose: dominare se stesso nelle passioni della carne e fare della sua parte inferiore il piedistallo per innalzare l’anima sua e lanciare lo spirito verso i Cieli, incontro a Me»
La scienza Galileiana, quella che impariamo sui banchi di scuola, dunque, non centra proprio.
Ma se dal testo di cui sopra, estraggo solo questa frase : «Nessuno si permetta mai di camuffare da “scientifica” l’opera che Io ti ho data» e aggiungo «L’opera della Valtorta non è scientifica perché lei non era una mente tanto geniale da poter assorbire tutto lo scibile riferito ad un tempo remoto: il che sarebbe mostruoso perché supererebbe l’estremo limite delle capacità umane». Cosa capisco? Che conclusione devo trarre?
Che l’opera Valtortiana non è scientifica della scienza che incontro tutti i giorni! Siccome in questa frase non si fa accenno minimamente alla medianicità, è ovvio che il lettore pensi alla scienza galileiana, quella che tutti imparano a scuola. Ma Gesù non dice affatto questo. Non se la prende con la scienza che si studia a scuola, quella galileiana, ma con quella scienza (che non è scienza) medianica cioè spiritica.
Quale risultato ottengo alla fine estrapolando il testo iniziale? Falsifico lo scritto di cui sopra.
L’estrapolazione, se non si sta attenti, è facile che diventi un tranello. Nel nostro caso l’aberrazione è chiara. La frase scritta da Maria Valtorta l’8 febbraio del 1949, tagliata e usata male, camuffa la formula usata e sembra che l’Opera Valtortiana non abbia niente a che fare con la scienza galileiana. Si, quella che ha prodotto le nostre automobili, i viaggi spaziali, il nostro orologio e un’infinità di altre cose. Camuffare significa falsificare, fare apparire quello che non è. La medianicità (e lasciamo perdere la scienza che non centra) era quella che sostenevano Padre Berti, il Prof. Pende e il Prof. Luciano Raffaele, accomunati da una accettazione più o meno profonda dello spiritismo. Maria Valtorta, come si vede dalla citazione fatta, ha sempre combattuto la medianicità perché la considerava di origine diabolica o almeno apriva le porte al nemico, col risultato di allontanare le persone da Dio. Infatti il suo cugino Giuseppe Belfanti, dal momento che seguiva Pietro Ubaldi, espressione acuta del post-spiritismo, era diventato a sua volta spiritista e si era allontanato dalla Chiesa e dai sacramenti. Cadendo in questa trappola si era volto al demonio e Maria Valtorta quando ha avuto il dono di vederne la faccia dal punto di vista di Dio, ci racconta che vedeva Giuseppe Belfanti camuffato da «volto di demone» (I quaderni del 1944 p. 524).
Si può affermare che «l’Opera di Maria Valtorta non è un’opera scientifica»?
Senza una spiegazione adeguata, no assolutamente. È come accomunare Maria Valtorta ai vari personaggi antiscientifici. Magari immaginarla fra i terrapiattisti, quelli cioè che rifiutano la scienza fino a credere che la terra sia una distesa piatta. Qui siamo al contorcimento completo del pensiero Valtortiano con un doppio possibile esito: o ciò che Maria Valtorta scrive è tutta opera sua e allora siamo davanti a una bella finzione letteraria, ma essenzialmente falsa (però i contenuti ci mostrano una realtà diversa); di conseguenza la messa all’indice del 1960 è giusta; oppure siamo di fronte al miracolo. Infatti noi sosteniamo proprio questo: gli scritti (ma anche la vita) di Maria Valtorta sono un miracolo. E come tale va letta e considerata. Gli studi che hanno iniziato ad essere pubblicati dal 2012 (Lavère e De Caro e tutti gli altri), ci raccontano l’impossibilità che una persona, per quanto colta e geniale, abbia potuto scrivere in così poco tempo un’Opera così vasta da tutti i punti di vista. Allora è qui il punto. Il miracolo che per sua natura supera la scienza (anche solo per definizione) e afferma che Dio ha scritto questo testo (ma resta una rivelazione privata e niente più) ci racconta che è proprio questa la giusta e unica chiave interpretativa del fatto valtortiano. Maria Valtorta, poteva anche essere analfabeta (ed era tutt’altro) come Mosè era, realmente, balbuziente, ma quando entra il Dito di Dio ogni cosa è possibile. Si, anche creare dal nulla l’universo intero. In lei è stato presente il Dito di Dio e questo spiega quanto ha scritto. E questo va detto e ripetuto!
Dunque proprio perché siamo di fronte a un miracolo, affermare che «L’opera della Valtorta non è scientifica perché lei non era una mente tanto geniale da poter assorbire tutto lo scibile riferito ad un tempo remoto: il che sarebbe mostruoso perché supererebbe l’estremo limite delle capacità umane» è anzitutto incomprensibile e contradditorio perché poi sembra sostenere che se gli scritti fossero di scienza galileiana dovrebbero essere «solo» impegnate le doti, le forze e le conoscenze personali di Maria Valtorta. E ancora peggio, in queste tre righe non si parla di miracolo o non permette al miracolo d’avere un fondamento scientifico, controllabile, anche se non lo può certamente esaurire.
E vien da dire: ebbè ma non si poteva scrivere in una maniera comprensibile….?
Possiamo allora dire che l’Opera di Maria Valtorta è scientifica di scienza galileiana?
Bisogna spiegarsi. Se intendo dire che è chiusa nello spazio della scienza, certamente no. Altrimenti dovremmo dire che il miracolo è spiegabile scientificamente, ma questa è una affermazione contradditoria e dunque da rifiutare. Se però dichiaro che è avvolta dalla scienza e che contiene dati scientifici certi senza però esaurirsi in essi, questo lo posso dire e lo dico con molta forza.
Ma possiamo sostenere allora che l’Opera Valtortiana «È il capolavoro (letterario) dell’Amore?». Certamente, ma a patto che questo linguaggio non entri in dialettica con la scienza galileiana. Deve essere chiaro che la creazione di Dio, che è un capolavoro insuperabile dell’Amore, è anche contemporaneamente un capolavoro di scienza che Dio stesso ha messo nella creazione! Tuttavia la scienza galileiana non l’esaurisce. Per capirsi. Mettiamo su un tavolo tutti gli ingredienti di una qualsiasi torta separati tra loro. Questo spiega la torta? No perché la torta è anche la loro commistione con l’aggiunta dell’intelligenza umana. Quindi la torta che mangiamo è ben superiore a tutti gli ingredienti che la compongono. Tuttavia gli ingredienti restano tutti presenti. Stessa cosa del rapporto fra il gesto d’amore di Dio e i contenuti tutti dell’Opera Valtortiana. Questi ci sono senza esaurire l’Amore. E infatti la scienza non esaurisce l’Amore, mai. Bisogna tuttavia subito aggiungere che dialettizzare amore e scienza non è cattolico e in più è uno sragionare per sostenere qualche altro sofisma.
Si può dire che «I dati scientificamente certi di una rivelazione, se vengono dimostrati come tali da studiosi dall’animo retto, possono indurre le menti imbevute di sola Scienza a riconoscere l’Amore?». Certo, ma con questa specificazione. Che siano uomini dall’animo retto o no, la scienza parla da sé. I nazionalsocialisti sono stati campioni nell’utilizzare la scienza e questa resta vera anche se loro erano pessimi uomini e nemici dell’umanità. La scienza quando è scienza, è oggettiva. Punto. Altrimenti non è scienza. Lo scoprire le leggi che governano l’universo e saperle usare, è possibile a chiunque: buoni o cattivi, che abbiano animo retto o siano perversi. La scienza è neutra. È l’uomo che se ne serve che la rende buona o cattiva. La medianicità invece, non essendo scienza, non è oggettiva e nemmeno certa per tutti. È capricciosa come la persona che l’utilizza. E chi se ne serve deve sempre usare male della propria ragione. Esattamente quello che fa lo spiritismo comunque coniugato.
Il timore certo è che dialettizzando e contrapponendo Amore a Scienza si finisca per dare qualche validità al devozionismo. Il devozionismo è una malattia infantile o degenerativa di qualunque vera devozione. Maria Valtorta ci ha donato uno strumento per una nuova evangelizzazione e non uno strumento per una nuovo modo di fare devozionismo. Amore e Scienza, Fede e Opere, Fede e Cultura devono andare di pari passo ed essere intrecciati, altrimenti si cade necessariamente nel devozionismo.
Trasformare Maria Valtorta in una fornitrice di mezzi che giustificano nuove forme di devozionismo è falsificare Maria Valtorta, creare confusione, e impedire che le persone arrivino al Gesù vivo e vero. Questo rimproverava Gesù ai cavillosi (I Quaderni del 1944, p. 285): inventarsi cavilli per annientare il capolavoro valtortiano. Contrapporre Amore a Scienza è precipitare e far precipitare, in questa trappola.

don Ernesto Zucchini

15 gennaio 2019