La posizione della Chiesa
Dall’Osservatore Romano su Maria Valtorta, quotidiani degli anni ’40 e ’60
Dall’Osservatore Romano su Maria Valtorta, quotidiani degli anni ’40 e ’60
Nel corso di questa udienza privata, confermata dal’Osservatore Romano n° 48, il Papa comunica il suo giudizio favorevole. Consiglia di pubblicare l’Opera senza nulla togliere, neanche le dichiarazioni esplicite che parlano di “visioni” e “dettati”; ma allo stesso tempo non approva il testo della prefazione che parlava di un fenomeno sovrannaturale. Secondo il consiglio del Papa, qualsiasi interpretazione doveva essere lasciata al lettore: “Pubblicate quest’opera così come sta; chi legge capirà”.
E aggiunse: “Si sente parlare di tante visioni e rivelazioni. Io non dico che tutte siano vere; ma qualcuna vera ci può essere”.
P. Berti chiese al Papa se si dovessero togliere le diciture: “visione” e “dettato”. Ed egli rispose di non togliere nulla.
Il documento propone l’attestazione dell’Osservatore Romano del 27 Febbraio 1948 che riporta l’udienza privata concessa dal papa ai tre serviti O.S.M
Questo documento, dal punto di vista storico, è molto importante. Notiamo però come nella notifica non viene menzionato l’autore dell’Opera che rimane anonimo.
Il nome di Maria Valtorta, infatti, non appare e questo aspetto è importante per sottolineare come la condanna espressa è relativa all’Opera e non alla persona di Maria Valtorta.
Altro aspetto importante è che non vengono esplicitati i motivi della condanna. Inoltre l’Opera, nella prima edizione, appare in 4 grossi volumi e il titolo iniziale è “Il Poema di Gesù” poi subito sostituito con “Il Poema dell’Uomo-Dio” entrambi della tipografia editrice M.Pisani dell’Isola del Liri.
Questa volta viene menzionato il nome di Maria Valtorta ma occorre notare che la mistica è morta alcuni mesi prima, il 12 Ottobre del 1961. Il 1 dicembre 1961, l’Osservatore Romano pubblica un articolo che estende alla seconda edizione (in dieci volumi), il divieto della prima. Lo stesso mese padre Berti è convocato dal Sant’Uffizio ( all’origine della messa all’Indice ) dove trova un’atmosfera più propizia al dialogo.
è relativo al decreto di abolizione dell’Indice dei libri proibiti (Index Librorum prohibitorum Notificatio di conditione) ed è stato pubblicato con la firma del Cardinale Ottaviani, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede nell’ Osservatore Romano del 15 giugno 1966. La lettera apostolica “Integrae Servandae” definisce il ruolo della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio), e il Cardinale Alfredo Ottaviani precisa la sorte riservata ai libri vietati. Dopo avere consultato il Papa, egli promulga la notificazione sull’abolizione dell’Indice dei libri proibiti “Notificatio de Indicis librorum pro- hibitorum conditione”. L’Indice è moralmente vincolante, ma non ha più forza di legge, con la censura ecclesiastica che gli era connessa.
La Chiesa afferma la sua fiducia nella coscienza dei fedeli ed affida alle diverse Conferenze Episcopali (nazionali) la cura di esaminare ed impedire eventuali letture nocive.
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